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Il compito degli oggetti del passato, apprezzati e ricercati dagli amanti del bello anche nei secoli successivi, è quello di farci riflettere nostalgicamente sul tempo che fu. Su cosa mantiene un significato anche per le generazioni successive, nonostante i cambiamenti dei costumi e sul perché gli riconosciamo tale valore.

Oggetti d’epoca: pipe d’epoca antica

LA DIFFERENZA TRA ANTICO, D’EPOCA E ANTIQUARIATO


Non tutto ciò che appartiene al passato arriva ad essere antiquariato.
L’oggetto antico ha sicuramente un valore affettivo e può averne uno commerciale. Se un oggetto è in ottime condizioni può avere un suo mercato, in quanto rappresentativo di un modo di vivere e di una cultura appartenente a un più o meno recente passato. Nelle grandi città o nelle fiere locali sono presenti molteplici mercatini dell’usato dove è possibile trovare questi oggetti.
Gli oggetti di antiquariato invece si distinguono dalla massa degli oggetti d’epoca perché sono belli e rari.
La preziosità è il primo fattore per definire un oggetto “di antiquariato”.
La difficoltà nel reperire un manufatto antico pregiato e di trovarlo in uno stato di conservazione ottimo o che perlomeno permetta un restauro per essere portato a nuovo splendore, è fondamentale.
Pensiamo alla probabilità che meraviglie artigianali particolarmente delicate come cristalli, porcellane e ceramiche, prodotte e decorate a mano, possano essere sopravvissute nei secoli fino ad oggi.
Le opere pittoriche ad esempio sono giunte a noi grazie ai musei e prima di essi grazie alle collezioni private delle famiglie nobili che si fregiavano di ospitare opere d’arte per goderne la bellezza e rendere ben visibile la propria condizione economico sociale, con l’effetto di preservarle nel tempo.
A metà del XIX secolo a seguito della Rivoluzione Industriale assistiamo al cambiamento delle tecniche di produzione e all’inserimento di nuovi materiali meno pregiati, per questo motivo si considera il 1850 la linea di demarcazione in seguito alla quale arte e artigianato non sono più necessariamente corrispondenti, la prima diventa elemento solamente eventuale e accessorio nella produzione del secondo.
In Europa la discriminante temporale per attribuire a un oggetto la definizione di antiquariato è che abbia almeno 100/150 anni. In America sono invece apprezzati come antiquariato manufatti anche più recenti.


IL RAPPORTO TRA UN’EPOCA E GLI OGGETTI CHE LA RAPPRESENTANO
Oggetti d’epoca: argenteria e porcellane


Prendiamo a riferimento l’argenteria per analizzare una serie di curiosità interessanti.
Per datare l’argenteria si fa riferimento principalmente a Marchi e Punzoni stampati sul prodotto.
Le leggi sull’obbligo di marchiare i manufatti in argento sono molto antiche, risalgono addirittura al XVI secolo e costituiscono la carta d’identità dell’oggetto.
Un’altra informazione molto utile è il rapporto peso/volume: la quantità di argento utilizzata per la produzione definisce bene il momento economico in cui è stato creato. Sono simboli di prosperità gli oggetti più pieni e pesanti, mentre quelli più economici e commerciali risultano essere più leggeri e cavi all’interno.
Tutte queste informazioni ci permettono di localizzare nel tempo e nello spazio il momento della produzione ma anche comprendere il contesto socio culturale in cui l’oggetto è nato.


MODERNARIATO E VINTAGE, IL VALORE DELLA NOSTALGIA


Sono vintage gli oggetti appartenenti a un’epoca molto vicina alla nostra. Sono molto più semplici da trovare, spesso sono in ottime condizioni e sono soggetti ad essere ciclicamente riproposti nel tempo come revival.

E’ la moda che fa da padrona in questo settore: tessuti, geometrie, accessori, gioielleria; la moda è il trionfo del vintage!
Dal recente passato la moda non prende solo l’oggetto, ma si lascia ispirare, riproponendolo e ricontestualizzandolo nel contemporaneo.
E se l’antiquariato è espressione elitaria di un certo benessere riservato ad investitori e collezionisti con possibilità economiche importanti, il mondo del modernariato vive di un grande fermento proprio perché rimane a portata di mano di chiunque.
In molti infatti amano collezionare oggetti che appartengono al periodo della propria infanzia e vanno alla ricerca della classica oggettistica di genere, ma anche di fumetti, di collezioni di libri, di videoteche ecc e i prezzi del vintage sono decisamente più accessibili.


COSA CONSERVIAMO PER IL FUTURO?

Nell’abitare moderno è sostanzialmente cambiato il rapporto con la casa. Gli ambienti, sempre più essenziali sono realizzati solo in base alla loro funzionalità, perché l’aspetto conviviale è vissuto al di fuori, negli spazi urbani informali.
L’antiquariato ha ancora un posto in queste case? Certamente, l’oggetto antico avrà sempre il suo ruolo di status symbol all’interno di case di qualsiasi grandezza. Ma a un pesante arredo totalmente in stile, si preferisce conferire valore al singolo “pezzo importante” rendendolo protagonista di un ambiente o inserendolo in un arredo contemporaneo più minimalista.
Se ci soffermiamo a pensare invece cosa resterà di tutti gli oggetti fabbricati in serie per le generazioni figlie del consumismo, la risposta di pancia sarebbe: la plastica; ma l’argomento va molto oltre. L’accelerazione nell’invenzione di nuovi materiali e di oggetti sempre più all’avanguardia è così veloce, che per definizione “quando ce lo hai è già passato”.

E di un mondo così sopraffatto dalla tecnologia, continuamente in bilico verso il collasso, che cosa rimane della sua produzione come lascito per il futuro?
La finitura artigianale, gli ornamenti, la ricchezza e complessità e soprattutto unicità del prodotto finito tendono a morire sotto la spinta all’omologazione dettata dal consumismo.
Gli oggetti non esprimono più quel fascino che oltre ad una bellezza estetica, gli veniva attribuito in quanto prodotto di una particolare maestria e tradizione, tramandate di generazione in generazione e testimonianza di culture e commerci fiorenti.

DA OGGETTO A PROGETTO

Nella produzione in serie, cos’è che ha ancora valore? Mi azzardo a dire la produzione intellettuale, ovvero il “progetto“. Che si tratti di una innovazione o di una rivisitazione, il valore aggiunto sta nella capacità di una mente di pensare o ripensare l’oggetto, pure se in serie, affidandosi all’immenso bagaglio di conoscenze tecnologiche raggiunte dall’essere umano, legate a creatività e design. La capacità di prendere un oggetto nato in un’epoca passata per rispondere a bisogni nettamente più semplici e declinarlo in un’ infinità di chiavi di lettura differenti per renderlo fruibile a un pubblico omologato. Un valore dato dal semplice infrangere delle regole di stile e funzionalità che si ritenevano date per sempre.

IN CONCLUSIONE

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